28/02/2002
L'ALTRAPAGINA
Un altro mondo non solo è possibile, è già cominciato
Cronaca da Porto Alegre di Luigino Ciotti
" Um outro mundo è possivel" , anzi è in costruzione. Questo non è solo lo slogan del II Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre, ma per chi come me (insieme ad altri mille italiani) vi ha partecipato, è una certezza. La presenza di 15.000 delegati di 3.500 associazioni di 150 paesi del mondo e di circa 50.000 persone dà un´idea del significato dell´iniziativa. 27 conferenze, 150 seminari, 800 commissioni e mille giornalisti, sono la dimostrazione della verità delle affermazioni di Noam Chomsky: " il mondo si è radunato a Porto Alegre per parlare di globalizzazione" . I veri no-global, invece, erano asserragliati a New York al Forum economico mondiale.
A Porto Alegre è stata ribadita la critica al modello neoliberista e a una globalizzazione che costringe a vivere 2,7 miliardi di persone con meno di 2 dollari al giorno, che impedisce a 1,4 miliardi di uomini l´accesso all´acqua potabile, che rende schiavi 30 milioni di individui, in particolare bambini. È stato respinto il termine no-global con il quale i mass-media, in primis quelli italiani, tendono a dipingere il movimento.
Frei Betto, teologo della liberazione, ha sostenuto che tre sono i valori della società capitalistica occidentale: il dollaro, l´euro e lo yen, che uniti costituiscono una delle principali divinità della religione neoliberista: la moneta, alla quale si devono aggiungere il mercato e il capitale. Il progetto alternativo di Porto Alegre privilegia invece i valori della libertà, dell´uguaglianza e della fratellanza, coniugati con una democrazia che parte dal terreno economico e sociale.
Il Forum si è aperto con una grande manifestazione di massa, che si è conclusa alla Porta del Sole alla presenza del governatore dello stato del Rio Grande do Sul Olivio Dutra del PT (Partito dei Lavoratori) e del sindaco Tarso Genro.
Gli italiani hanno pesato nel documento finale dei social forum in particolare per aver posto le due discriminanti del " no alla guerra e no al neoliberismo" come elementi costitutivi del Forum di Porto Alegre. Perciò sono stati contestati i parlamentari che hanno votato o avallato la guerra in Afghanistan e che accettano e praticano politiche neoliberiste nei
loro paesi.
Nel campeggio internazionale della gioventù (dove c´erano 500 tende e 12.000 giovani) intitolato a Carlo Giuliani, Heidi Gaggio, la mamma del ragazzo ucciso a Genova, ha letto un manifesto che Carlo teneva nel cassetto: " Il tuo Cristo è giudeo, la tua macchina giapponese, la tua pizza italiana, la tua democrazia è greca, il tuo caffè è brasiliano, le tue vacanze sono turche, i tuoi numeri sono arabi, la tua scrittura è latina. E tu rimproveri il tuo vicino di essere straniero?" .
Oltre al seguitissimo e applauditissimo intervento di Lula, presidente del PT e candidato alle elezioni presidenziali del Brasile che ci svolgeranno a ottobre, grande interesse hanno suscitato i discorsi dei vari leaders del movimento. Noam Chomsky ha detto che " un altro mondo è l´unico possibile di fronte al futuro di guerra globale permanente" . Il premio Nobel per la pace Rigoberta Menchù, ha sottolineato che " il clima di terrore sta favorendo la violazione dei diritti umani dei gruppi ai quali non è stata riconosciuta identità ed autonomia" . Manuel Vasquez Montalban, il grande scrittore catalano, si è domandato che ci facesse a Porto Alegre e si è risposto: " qui sapevo di trovare tanti che la pensano come me" . Significativi i contributi di Vandana Shiva, Susan George, Walden Bello, Naomi Klein, Ignazio Ramonet, Lori Wallach, Bernard Cassen, Roberto Bissio, Riccardo Petrella, Samir Amin. Il medico palestinese Moustafà Barghuti ha chiesto una presenza internazionale in Palestina.
I temi in discussione, dal commercio mondiale alle multinazionali, dall´economia solidale al controllo dei capitali finanziari, dai diritti umani alla sicurezza alimentare, sono stati riproposti all´attenzione dei potenti della terra. E il segretario generale dell´Onu Kofi Annan ha preso l´impegno di far ascoltare " il grido di Porto Alegre, perché il potere e la ricchezza sono distribuiti in maniera molto diseguale" . Il II Forum Sociale Mondiale è stato anche una vetrina per l´italiana Rete di Lilliput, che ha proposto due indicatori (il cruscotto della sostenibilità e il metodo dell´impronta ecologica) per misurare la quantità di natura (espressa in ettari) che occorre per sostenere i consumi di un cittadino. Ebbene, se tutti gli abitanti del mondo avessero il livello di vita dell´italiano medio, ci vorrebbero ben tre pianeti per garantire a ognuno le risorse necessarie. Gli indicatori della Rete si oppongono agli attuali parametri dei politici: tasso di inflazione, di disoccupazione e prodotto interno lordo.
Nonostante il clima di tensione che c´era nel paese per l´assassinio di alcuni sindaci del PT, tutto si è svolto tranquillamente. I raduni sono stati caratterizzati da grande gioia e feste con decine di gruppi teatrali di strada, concerti ed happening. Non è un risultato da poco se pensiamo a quanto è avvenuto a Genova.
Tra i tanti appuntamenti previsti dal Forum per il 2002 c´è il Vertice UE a Barcellona il 15 e 16 marzo, il vertice mondiale dell´alimentazione (Fao) a Roma il 12 giugno e il Forum sociale continentale che si terrà a ottobre in Italia in una località da definire.
Luigino Ciotti
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