05/08/2014
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Riforma della Cooperazione, c'è chi dice no!
Zanotelli: Il progetto di legge è "uno schiaffo sia alla dignità del popolo italiano che alla dignità dei tre miliardi di impoveriti nel mondo"
Da ormai due anni leggiamo quasi esclusivamente commenti positivi e compiaciuti sulla riforma della Cooperazione che si appresta a diventare legge dopo il secondo passaggio parlamentare. La riforma della legge 49 era talmente attesa e necessaria che nessuno si è azzardato a metterla di nuovo a rischio dopo i numerosi naufragi (soprattutto di governi) ai quali abbiamo assistito negli ultimi 10 anni. Alcuni giorni fa dalle pagine di Nigrizia si è levato il grido di Alex Zanotelli, il 76enne missionario comboniano da sempre impegnato a difesa degli ultimi e degli emarginati, come sempre attivo nel farsi portavoce delle questioni di giustizia.
Nel suo appello intitolato "Operazione Affari", Zanotelli sintetizza le quaranta pagine della nuova legge quadro del governo Renzi con queste parole: business affari.
"Nell'ultima legge-quadro sulla cooperazione, la 49 del 1987, il soggetto principale era il vo lontariato, nell'odierno disegno di legge il soggetto è diventato l'impresa. Questa legge fotografa bene l'ideologia portante del governo Renzi che va in Africa a promuovere il business di Eni". Il progetto di legge viene giudicato "uno schiaffo sia alla dignità del popolo italiano che alla dignità dei tre miliardi di impoveriti nel mondo".
L'attacco è radicale in puro stile Zanotelli e parla alla pancia del movimento missionario e cristiano sociale italiano, quello che trasversalmente costituisce una parte importante del pacifismo, del volontariato e della solidarietà del paese.
E' chiaro che Zanotelli non parla da tecnico e questa forse è proprio la cosa interessante del suo discorso che ci ricorda che il cammino di questa legge ha seguito un percorso (e un dibattito) esclusivamente tecnico. Ma la cooperazione, almeno quella della società civile e delle Ong, in fondo ha anche un'anima che risiede nella motivazione di migliaia di op eratori e volontari che la praticano quotidianamente.
Ci sono buone possibilità che questa nuova cooperazione possa perdere il supporto della gente distaccandosi gradualmente dal volontariato e da chi ci crede veramente anche solo per ideale di fraternità. E' questo lo spirito che negli ultimi 50 anni ha fatto della cooperazione una realtà importante e condivisa nel tessuto sociale del nostro paese.
Attenzione però che allontanandosi dalla gente questa nuova cooperazione non si allontani anche dai cuori e dai portafogli dei milioni dItaliani che la sostengono (ben di più e ben più assiduamente di quanto abbiano fatto negli anni i nostri governi).
Riusciranno a stare insieme le scuole costruite con i soldi di Eni e da Enel e il buon cuore degli italiani che adottano milioni bambini a distanza? O potremmo pagare direttamente l'adozione in bolletta?
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