27/10/2006
IL CORRIERE DELL'UMBRIA
Esce tra qualche giorno un libro sulle emergenze di fine millennio
Sedici diversi contributi per un altro mondo possibile
“Ma che mondo è questo? Interviste sulle emergenze di fine millennio” E’ il titolo del libro che tra qualche giorno sarà presentato in occasione della manifestazione culturale “Umbrialibri” a Perugia. Un titolo che esprime la potenza e la curiosità di osservarci intorno con occhio critico ed obiettivo, un titolo che sprigiona il senso di un lavoro collettivo che è cominciato nel 1991 e che prosegue con incalzante desiderio di portare a tutti delle testimonianze costruttive, un titolo che cela la necessità di migliorare e di crescere lasciando segni tangibili di coerenza tra valori e scelte. Il libro si presenta come una raccolta di voci, di idee, di pensieri ed esperienze vissute da personalità provenienti dai più svariati ambienti: politica, cultura, informazione, Chiesa e associazionismo solidale. Un tavolo virtuale, dunque, dove ci si può riunire e in cui è semplice per il lettore rispecchiarsi e ritrovarsi d’accordo con le opinioni espresse. Contributi che in primo luogo desiderano celebrare i quindici anni di attività svolte dal circolo culturale “primomaggio” di Bastia Umbra, e che d’altro canto possano essere adoperati come chiavi di lettura del mondo in cui viviamo. Le interviste sono state fatte a: Frei Betto, Alberto Granado, Padre Alex Zanotelli, Padre Kizito, Haidi Gaggio la mamma di Carlo Giuliani, Riccardo Petrella, Jean Leonard Touadi, Giovanni Russo Spena, Fabio Alberti, Mario Capanna, Giulietto Chiesa, Raniero La Valle, Flavio Lotti, Vittorio Agnoletto, Don Luigi Ciotti e Giuliana Sgrena. Tutti questi personaggi sono passati dall’Umbria, da Bastia, da Perugia, ed ognuno di loro ha portato “urlando o sussurrando” il proprio contributo, ognuno di loro conduce un cammino che inevitabilmente lo ha condotto al circolo culturale “primomaggio”, luogo di incontro e di scambio, ma soprattutto di arricchimento interiore (come molti degli intervistati hanno sostenuto). Le tematiche affrontate possono risultare apparentemente distanti, lontane, ma trovano tutte spunto in quello che accade in Italia e fuori dai nostri confini: alcune aree europee, Africa, America del Nord e America del Sud. Ne viene fuori una poliedricità di visioni, un quadro che spesso rivela aspetti molto complessi e non troppo felici. Per moltissimi uomini è difficile addirittura sopravvivere. Il mondo è diseguale, ed anche i linguaggi adoperati sono differenti tra i vari contributi. Trovano comunque indiscussa armonia alla luce dei fatti accaduti e della solidarietà del vivere sociale. Le sedici interviste sono state raccolte tra l’ottobre del 2005 e il settembre del 2006, un periodo che ha visto numerosi cambiamenti di alcuni equilibri internazionali, il sorgere ed il proseguire di guerre e conflitti drammatici che continuano a mostrare la scia. Svariate interviste sono state effettuate alla vecchia maniera, con registratori e microfoni, altre sono state realizzate tramite mail, ciò determina necessariamente una diversità di stili, che malgrado tutto non distolgono l’attenzione dal messaggio che ne viene esplicato. Si toccano argomenti come la fame e il disagio di una parte del mondo e dei consumi dissennati degli altri pochi fortunati; le tante guerre in atto e il sempre crescente bisogno di pace; il monopolio dell’informazione e i mercati globali e neoliberisti; la politica e la corruzione; il ruolo dei partiti e quello dei movimenti; le “battaglie di civiltà”; ecc. “E se pure alcuni esiti di certe riflessioni qui proposte possono essere già note a chi frequenta in qualche modo la politica, il mondo dell’associazionismo o i movimenti, mi sembra di poter dire che uno degli interessi di una raccolta di voci variegate come questa, oltre a quello di offrire una serie di dati e di informazioni di non facile reperibilità ai più, sia quello di proporre le riflessioni di testimoni diretti, di chi cioè ha vissuto o ancora vive in prima persona le cose che racconta e quelle sulle quali va qui ragionando” sostiene Roberto De Romanis nella premessa. Luigino Ciotti, Presidente del circolo culturale “primomaggio”, ha visto e ascoltato singolarmente ognuna delle sedici persone intervistate, e dichiara: “Il libro racchiude in sé molte voci che si rivolgono tutte verso un’unica direzione, quella del cambiamento di questo modello di società che non va, che produce sempre più ingiustizie, e nega sfacciatamente i diritti umani, aumentando le sue logiche e le spirali di violenza e guerra. Tutto questo passa non solo attraverso analisi e proposte, ma tramite atti concreti, che spesso sfociano in scelte di vita. Il circolo culturale “primomaggio” cammina verso questo obiettivo, si fa promotore di un indispensabile meccanismo che è un vero e proprio processo di evoluzione”.
L'INIZIATIVA
Per guardare al futuro
Quindici anni di vita sono decorati e impreziositi dai racconti di chi almeno per una volta è stato il protagonista in Umbria, di chi adesso, meglio di altri, potrà illustrarci cosa è accaduto in questi anni. Insomma, il libro “Ma che mondo è questo? Interviste sulle emergenze di inizio millennio” guarda al futuro a partire da un sunto del dibattito civile e politico di questi ultimi tempi, e sarà presentato il 9 novembre, in occasione della manifestazione culturale “Umbrialibri” alle 15.30 presso la Sala della Partecipazione a Perugia.
Saranno presenti: la mamma di Carlo Giuliani Haida Gaggio, Flavio Lotti Coordinatore Nazionale della Tavola della pace, Marco Bascetta responsabile della casa editrice il Manifesto, Roberto De Romani che ha curato la premessa, ed infine Luigino Ciotti Presidente del circolo culturale “primomaggio”.
“Non solo un altro mondo è possibile, ma questo mondo, il nostro mondo di oggi, è impossibile, non può resistere, ci sono ferite e piaghe profonde, da qualsiasi partre lo si guardi. Non possiamo più permetterci di vivere in un mondo ingiusto e violento.
Il giorno in cui si iniziasse a mettere in pratica la Dichiarazione universale dei diritti umani, ci ritroveremmo in un mondo che finalmente può incominciare a progettare il proprio futuro, anziché, come sta accadendo, la propria autodistruzione”.
Floriana Lenti
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