26/01/2001
LA NAZIONE
"Cento passi" contro la mafia
Ricordando Impastato, un eroe.
BASTIA - Non piange. Ma sussulta, Giovanni Impastato, quando sullo schermo del cinema Esperia rivede l'omicidio del padre e del fratello Peppino. Entrambi morti 'di' mafia, dalle mani di Tano Badalamenti Peppino fu colui che fece della lotta alla mafia una ragione di vita,, colui che fondò la radio-contro Cosa Nostra contro Tano, (la Radio Aut), colui che è raccontato nel film di Marco Tullio Giordana «I cento passi» (premio della critica al festival di Venezia e candidato alla corsa agli Oscar), che è stato applaudito dal pubblico di Bastia intervenuto per ascoltare la testimonianza del fratello dell'eroe: «Nonostante abbia visto il film molte volte - dice Giovanni - ed abbia partecipato alla sceneggiatura , non riesco a non essere colpito dai ricordi. Perché questo fa la mafia: ti si avvinghia addosso e non ti consente di dimenticare». Peppino è il protagonista vero di una storia di: coraggio -e di lotta all'omertà: «E' un esempio - dice Giovanni - per tutti, perché la mafia si combatte eliminando la paura. II coraggio è fondamentale " Peppino fu molto coraggioso". La serata è stata organizzata dall'associazione Primomaggio, dal presidente Luigino Ciotti che ha fatto da mediatore al dibattito, al quale ha partecipato anche il relatore della commissione antimafia, Giovanni Russo Spena: « E' stato un caso detta di depistaggio con un omicidio di mafia mascherato da suicidio. Ma dopo 23 anni e stato riaperto. La mafia è. ovunque, nessuna regione è zona franca, si nasconde dietro il riciclaggio di denaro delle banche, dietro gli appalti pubblici, ovunque. Per questo anche l'Umbria può essere terreno di Cosa Nostra»- A concludere, il ricordo delle parole della madre Felicia alla notizia della riapertura del caso: «Mi avete resuscitato Peppino»
Noemi Campanella
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