24/02/2022
La Nazione
"Non solo un racconto, ma ricostruzione storica La memoria e la cultura: i fari della civiltà"
Parla Luigino Ciotti autore del libro “I campi di Tullio“ ispirato e dedicato al padre
Perché ha scritto questo libro?
"Per fare un omaggio agli internati e a mio padre, verso il quale ho sempre provato una profonda stima. Mi ha spinto anche la curiosità per la storia".
A chi si è ispirato?
"Solo a mio padre e ho cercato di non scrivere un semplice racconto, ma di ricostruire un contesto storico: quello della prigionia, della distruzione e della fame".
Ci sono stati episodi positivi della prigionia che suo padre ha raccontato?
"Quando era nel campo di Gorlitz e lavorava in una fabbrica di autoblindo, era sorvegliato da un anziano manovale tedesco, che a volte lo rimproverava, ma non appena la sentinella tedesca si allontanava, il manovale gli dava un pezzo di pane. Aveva un figlio prigioniero in guerra e sperava che anche con lui qualcuno si comportasse umanamente. “Il tristo e il bono sta da tutte le parti”- diceva papà.
Quale messaggio vuole lasciare?
"Vorrei che la storia non fosse dimenticata. E’ determinante la pace assoluta: la guerra deve diventare un tabù. Sottolineo anche l’importanza della cultura: papà è tornato a casa con un tenente di Como che conosceva tre lingue e aveva con sé carte topografiche".
|