19/05/2022
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PRESENTAZIONE LIBRO “I CAMPI DI TULLIO. LA STORIA DI UN INTERNATO MILITARE ITALIANO” DI LUIGINO CIOTTI E DINO RENATO NARDELLI
UMBERTIDE – Organizzato da ANPI Sezione di Umbertide, Centro socioculturale “San Francesco” e circolo culturale “primomaggio”, giovedì 26 maggio alle ore 17,30, nel Centro socioculturale “San Francesco”, si terrà la presentazione del libro “I Campi di Tullio. La storia di un Internato Militare Italiano” di Luigino Ciotti e Dino Renato Nardelli.
Introducono:
Sergio Bargelli – presidente Centro socioculturale “San Francesco”
Arnaldo Pucci – presidente ANPI Sezione di Umbertide
Ne parleranno:
Luigino Ciotti – autore, figlio di Tullio, presidente circolo culturale “primomaggio”
Dino Renato Nardelli – autore, collaboratore ISUC
Prof.ssa Simona Bellucci e prof. Gianni Codovini – autori della video intervista “L’altra Resistenza” ad alcuni IMI di Umbertide
Verranno proiettati alcuni minuti della video-intervista “Tullio Ciotti, una vita, una storia…”
IMI – Internati Militari Italiani: una definizione poco conosciuta che cela un grande dramma della seconda guerra mondiale. Fu Hitler a definire così i militari italiani che furono catturati dai tedeschi e portati nei lager immediatamente dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Ben 650.000 furono i deportati, quasi 50.000 dei quali morirono di fame, stenti e malattie: furono utilizzati come lavoratori-schiavi per sostituire nelle fabbriche e nei campi gli uomini teutonici al fronte.
Tra questi anche Tullio Ciotti, giovane bracciante di Passaggio di Bettona, classe 1924, da appena 3 mesi chiamato alle armi. La sua storia di prigionia e guerra è quindi non individuale, ma collettiva. Le sue sofferenze, le angherie, i soprusi subiti, la nostalgia, la fame, il freddo e le umiliazioni non furono “patrimonio” solo di Tullio, ma di tutti gli italiani vittime di una guerra che la maggioranza di loro non aveva voluto. Per questo molti rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò e rimasero in luoghi ostili a soffrire e testimoniare le loro idee e i loro valori. Quanto successo deve essere conosciuto e tramandato, perché la memoria è elemento determinante per impedire la ripetizione di fatti che, magari in forme diverse, anche oggi purtroppo accadono in alcune aree del mondo. Non ci fu l’eroe Tullio Ciotti, ci furono migliaia di persone semplici, nella maggior parte contadini, che in nome del fascismo furono sacrificati per sedere al tavolo dei vittoriosi e acquisire nuovi territori e ricchezze che non li riguardavano. La storia però prese una strada diversa e a tutti gli IMI, come agli altri militari, fu impossibile vivere gli anni della giovinezza nella spensieratezza. Moltissimi non ebbero la voglia e il coraggio di raccontare la propria esperienza e la disumanità dell’uomo. Tullio Ciotti l’ha fatto ed è bene divulgare la sua testimonianza.
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