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12/10/2020
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PRESENTAZIONE LIBRO “I CAMPI DI TULLIO – LA STORIA DI UN INTERNATO MILITARE ITALIANO”

SANTA MARIA DEGLI ANGELI – È in uscita in questi giorni il volume “I campi di Tullio – La storia di un internato militare italiano” di Dino Renato Nardelli e Luigino Ciotti, pubblicato da Era Nuova Edizioni e Circolo culturale “primomaggio”.
Il libro sarà presentato per la prima volta sabato 24 ottobre alle ore 16 nell’Auditorium della Scuola Media di Santa Maria degli Angeli.

Tullio Ciotti, uno dei tanti IMI (Internati Militari Italiani), venne catturato dai nazisti l’8 settembre 1943 alla Cecchignola, a Roma e fu poi portato in 4 diversi campi di concentramento della Germania, dove fu tenuto per 18 lunghi mesi.
È una storia all’apparenza semplice. Un ragazzo di 19 anni, Tullio Ciotti, parte per la guerra. L’Italia era entrata in guerra il 10 giugno 1940 ma in quel paesotto adagiato ai piedi di Bettona gli effetti più tragici dovevano ancora palesarsi. Per Tullio le cose sembrano andare bene. L’8 settembre 1943, data dell’Armistizio, si trova a Roma, alla Cecchignola, a due passi da casa. Il giorno dopo è già prigioniero dei tedeschi: passano ancora 2 notti e viene caricato su un carro bestiame in viaggio verso una meta sconosciuta. La storia vera comincia qui, allorché il giovane si trova tra reticolati, baracche, fango, freddo e fame, bersagliato da urla pronunciate in lingue sconosciute. Una storia che condividerà con 600.000 coetanei neanche considerati prigionieri di guerra ma Internati Militari Italiani. Vicende che per mille ragioni saranno destinare a scomparire dalla memoria collettiva, dissolte in tante memorie familiari.
Il libro vuol essere insieme un risarcimento ed un atto di giustizia.

Luigino Ciotti, il figlio, ha voluto risarcire il padre della superficialità con la quale egli l’aveva ascoltato; ne ha condensato la storia registrando in video i suoi ricordi. Integrare i racconti con la conoscenza storica, dare corpo alle parole attraverso la descrizione dei luoghi è un atto di giustizia; solo così emozioni, sentimenti, cognizione degli eventi e soprattutto valori possono raggiungere una generazione, quella dei giovani d’oggi. Un atto di giustizia contro 70 anni di oblìo.


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