27/07/2006
IL MESSAGGERO
I costruttori umbri di pacifismo
PERUGIA - Due modi diversi di lavorare, da volontari,
per la pace. Il gioco e l'attivismo, la fantasia al
potere e la protesta politica.
Due modi diversi, ma non poi così tanto, di rispondere
da “semplici” cittadini alla confusione dei Governi su
ciò che accade in questi giorni.
Chi invece sceglie le parole (e parla ben chiaro) sono
le associazioni e i movimenti promotori della fiaccolata
di ieri pomeriggio in Piazza della Repubblica a Perugia.
Un corale ‘cessate il fuoco' partito dalla Tavola della
Pace insieme ad Acli Perugia, Arci, Legambiente Umbria,
l'associazione Articolo21, il circolo Primomaggio, il
mondo sindacale.
Sei punti per ripartire da zero, e porre le condizioni
per una pace duratura, letti da Flavio Lotti e Grazia
Bellini, coordinatori nazionali della Tavola della Pace:
un ‘cessate il fuoco' immediato e incondizionato, il
rispetto delle risoluzioni Onu, l'invio di una forza Onu
nelle zone del conflitto, Libano in testa; l'uso della
diplomazia; in ultimo, la proposta di trasferire la sede
principale delle Nazioni Unite a Gerusalemme, città
della convivenza, quale “segno tangibile” dell'impegno
della comunità internazionale.
Irene Maiorfi
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