Luigino Ciotti
Alex Zanotelli è un missionario
Comboniano che ha scelto di vivere tra i poveri, gli oppressi, prima in
Sudan tra i Nuba, un popolo sconosciuto che ogni giorno rischia la pelle nel
conflitto con il governo, poi a Korogocho, una baraccopoli di 100.000
abitanti alla periferia di Nairobi, dove ha vissuto per 13 anni. Ora è
ritornato in Italia e dovrebbe stabilirsi definitivamente a Napoli nel Rione
Sanità.
Una persona che, come lui stesso
dice, è voluta andare a vivere nei "sotterranei della storia", ma che si è
impegnata anche nella ricerca di un mondo diverso. Padre Alex era a Firenze
ed è diventato un punto di riferimento per i cosiddetti no-global,
soprattutto perché cerca di vedere la realtà alla luce di ciò che ha vissuto
in Africa, perché un conto è dare giudizi stando in una comoda villa di
Roma, altro è vedere il mondo dalla realtà di Korogocho.
Lo ringraziamo per la sua
disponibilità e con lui stasera tentiamo un percorso di "contaminazione" tra
soggetti provenienti da mondi diversi, quello comunista, cattolico, una
contaminazione che il movimento dice di voler fare, perché come dice Alex
"un altro mondo non è possibile….è necessario!".
Tutti noi siamo impegnati
quotidianamente nel tentare di realizzarlo, ed è per questo che stiamo
promuovendo alcune campagne, in particolare l’esposizione dalle terrazze
delle bandiere della pace e la vendita dei datteri dell’Iraq con
l’associazione Un Ponte Per…
Campagne semplici, piccoli
contributi, che testimoniano anche il nostro NO ad un consumismo sfrenato. A
Korogocho nessun consumismo è possibile: Padre Alex ha perso 20 chili, ed è
la testimonianza che un modo diverso di vivere è possibile, forse anche
migliore!
Padre Alex Zanotelli
Buonasera! In Africa prima di tutto
ci si saluta. Vi ringrazio per avermi invitato, credo di aver già parlato a
Bastia in occasione della Marcia della Pace, ed è sempre una grande gioia
incontrare delle persone, anche perché una delle cose da recuperare sono
proprio questi momenti, che io chiamo "respiratori pubblici", in cui pensare
e sentire cose che in televisione il potere costituito non vi dice. Ma è
anche molto importante recuperare i volti, in una società che ci riduce a
cose, a tubi digerenti. Sono 12 anni che non guardo la televisione, ma mi
hanno detto che in una delle ultime pubblicità televisive si ringrazia una
persona che è andata a fare la spesa! È importante quindi ritrovarci
insieme, la gioia dell’Assemblea, del popolo. La parola "popolo", come
sostiene anche Ingrao, con il quale ho fatto un’assemblea bellissima quest’estate,
si è persa, nella Chiesa e in politica, perché gente vuol dire soltanto
voti.
I volti: la nostra storia
E allora guardatevi, vi chiedo di
fare questo gesto semplicissimo e dire benvenuto fratello, benvenuta
sorella! I volti, la nostra storia… è la ricchezza più bella che abbiamo.
È con questo spirito che voglio
condurvi in quelli che io chiamo i "sotterranei della storia e della vita",
un’espressione che ho ripreso da Frei Betto, che fu incarcerato in Brasile e
nelle sue lettere parlava proprio dei sotterranei della storia, a cui io ho
aggiunto quelli della vita, perché a Korogocho sono le vite ad essere
schiacciate tutti i giorni, e da questi sotterranei lancio un grido per la
pace e la giustizia sociale, un abbinamento necessario perché se non
mettiamo insieme queste due cose è inutile parlare.
Per me è stata una scelta quella di
andare nei sotterranei, prima ho studiato negli Usa, poi ho lavorato per
otto anni in Sudan, in una scuola e poi, dopo essere stato sbattuto fuori
dal governo che pensava che io mettessi contro di loro il popolo Nuba, ho
lavorato con la rivista Nigrizia come direttore ma sono stato mandato via
per le lotte che ho fatto.
Ma sentivo che la mia vita era da
piccolo borghese, da piccolo intellettuale di provincia e ho sentito il
bisogno di scendere lì dove la gente soffre, lotta, ed è stata una scelta
che ho pagato molto, ho dovuto lottare anche con la stessa Chiesa: il
cardinale di Nairobi non poteva pensare che un prete potesse andare a vivere
a Korogocho, perché un prete deve avere almeno una casa, un telefono, una
macchina…. io invece penso che si può essere prete anche in una baracca!
Korogocho: "confusione"
Korogocho è una parola Kikuyu – la
più grande etnia del Kenya – che significa "confusione", è una delle tante
baraccopoli di Nairobi che è una città bellissima di circa 4 milioni di
abitanti, di cui il 55% - dati dell’ambasciata americana – è costretto a
vivere nell’1,5% della terra totale della municipalità. Non credo che esista
un’altra città così assurda! Le bestie selvagge nei parchi nazionali sono
trattati molto meglio per i casti occhi dei turisti che non la gente di
Nairobi.
Oltre 2 milioni di baraccati vivono
nell’1,5% della terra residenziale, ma non la possiedono; questa terra
infatti appartiene al governo, che in qualsiasi momento può arrivare con le
ruspe e spianare tutto, spingendo i poveri più in là.
L’80% di questi poveri baraccati
non possiede neanche la baracca, deve pagare l’affitto.
Inferno e Paradiso si accostano a
Nairobi: le baraccopoli e le zone residenziali della città, quartieri dove
ci sono delle ville che in Italia vi sognate, Nord e Sud del mondo a pochi
km di distanza!
Korogocho è una collina lunga 1,5
km e larga 1km dove sono accatastati circa 100.000 persone, non ci sono
spazi, non c’è il verde, non ci sono servizi; c’è solo l’acqua potabile che
però è gestita da subappaltatori e quindi alla fine i poveri pagano l’acqua
molto più cara dei ricchi.
Grande è quindi il degrado umano,
sanitario e ambientale: abbiamo un 50% di baraccati sieropositivi e la
percentuale a Korogocho è persino più ampia, pensate che quando ho lasciato
la baraccopoli assistevamo più di 1000 malati terminali di AIDS.
A Korogocho c’è un "bagno" ogni
trenta famiglie; a Uruba, altra baraccopoli, statistiche ufficiali parlano
di un "bagno" ogni mille persone. Sono dati che ci possono far capire come
si vive in certe realtà.
Ho chiesto di viverci: si
"discende" a Korogocho, è una discesa negli inferni, perché pensate che
tutte le baraccopoli a Nairobi sono situate al di sotto della fogna.
Il 13 gennaio del 1990 sono
riuscito ad arrivarci, era il giorno del battesimo del Signore, non c’era
una Chiesa ma solo una piccola stanzetta dove si celebra tuttora la messa
domenicale.
Ho detto alla gente in lingua
Swahili che ero venuto per il battesimo, che avevo bisogno del loro
battesimo, e penso che 12 anni dopo hanno capito che cosa intendevo per
battesimo: è il battesimo dei poveri, quello che ti fa toccare con mano la
realtà e ti apre gli occhi, perché una delle cose più difficili per tutti
noi è vedere, siamo tutti prigionieri, della classe sociale cui appartieni,
dell’ideologia, della religione…dei nostri piccoli mondi!
In questa drammatica situazione a
volte avevo solo voglia di sbattere la testa contro il muro! Durante
l’incontro bellissimo che ho avuto con Ingrao a Pieve S. Stefano, un paese
non lontano da qui, vicino Arezzo, un ragazzo mi ha chiesto se questa cosa
era vera e io gli risposi che nonostante avrei voluto sbattere la testa
contro il muro, sentivo che quel posto per me era quello giusto dove vivere.
Poi chiese a Ingrao se anche lui nella vita si era sentito qualche volta al
posto giusto. Ingrao rispose di si, ma solo una volta: ha raccontato quando
era un giovane di 20 anni, quando dal ’36 al ’40 la vittoria del nazismo,
l’alleanza con Stalin, la guerra, gli fecero crollare il mondo addosso. In
quegli anni aveva creato una piccola cellula, di cinque-sei persone, tra cui
un prete, che ricorda come il suo posto giusto. Tutti noi dovremmo chiederci
se siamo o no al posto giusto!
Korogocho era giusto perché era lì
che vedevo le più tragiche conseguenze del sistema, conseguenze spaventose.
Davanti a Korogocho c’è una collina
di 3-4 km di lunghezza dove arrivano i camion della nettezza urbana di
Nairobi: migliaia di persone vivono lì, dove tutto è raccolto, riusato,
rivenduto, niente viene buttato via. Dopo alcuni mesi che ero a Korogocho un
ragazzo, un gigante di nome Geremia, mi ha fermato e mi detto:
"congratulazioni bianco, sei il primo che ha avuto il coraggio di venire
qui, di restarci! – e ha continuato – ma chi siamo noi? bestie feroci che tu
non ti degni neanche di venire a trovarci?". Gli ho risposto che aveva
ragione e che la mattina dopo sarei andato da loro in discarica: quando la
gente ha saputo che volevo andare mi ha detto che ero pazzo, che mi
avrebbero ammazzato. Ma io l’avevo promesso, avevo paura, ma sono entrato in
discarica: fumo, fuoco, sporcizia da tutte le parti e le persone che lottano
con uccelli molto più grandi di loro, è una lotta tra uomini e uccelli!
A Korogocho abbiamo tanti ragazzi
di strada, a Nairobi si parla di circa 50-60 mila ragazzi che vivono sulle
strade, durante il giorno molti vengono nella discarica a piedi, perché non
riescono neanche a pagarsi l’autobus, mentre la sera li trovate riuniti a
mucchi intorno ad un fuoco a fumare questa "colla" che tira via lo stimolo
della fame.
E migliaia sono le ragazzine che
vanno in città a prostituirsi, devi farlo per sopravvivere.
Mi sono seduto spesso con loro e
gli dicevo: "ma non hai paura di prendere l’AIDS?" e loro mi dicono "Alex,
dammi un altro lavoro!". È impossibile trovare lavoro per migliaia di
ragazzine. Quando gli dico che comunque prenderanno l’AIDS mi rispondono: "Alex
prendi un pezzo di carta e scrivi – morta per AIDS – e su un altro – morta
per fame – e poi tira su, è la stessa cosa!, anzi forse con la malattia
qualche anno in più mi resta da vivere!"
Quando sento e vedo certe cose mi
domando chi al mondo è il puro, il casto e chi l’impuro, non certo queste
ragazzine che si prostituiscono per vivere e che sono obbligate a farlo dal
sistema in cui viviamo.
Il governo di Nairobi ha provato a
tenere nascosto il grande numero di morti per AIDS: in Kenya si parla di
circa 700 persone al giorno.
I momenti passati a pregare con i
malati terminali, la sera dalle 6 alle 10, sono stati i momenti più belli a
Korogocho. Molti sono bambini, che nascono sieropositivi e non vivono più di
due anni, e soprattutto donne.
La femminilizzazione della
povertà
Quando si parla di povertà
bisognerebbe parlare di "femminilizzazione" della povertà, perché sono le
donne che pagano l’impoverimento e la violenza, basta guardare il corpo
delle donne.
Una sera, un momento sempre
difficile perché sulla testa pesa tutto quello che si è visto il giorno,
sento un grande baccano fuori dalla porta….penso ad un ubriaco e poi apro:
una ragazzina mi vola sul pavimento, la conoscevo bene, aveva circa 25 anni,
voleva pregare con me! Io come prete a volte mi vergogno, perché non
riuscirò mai a pregare come pregano i poveri! Questa ragazza aveva il corpo
maciullato dalla violenza e poche settimane dopo deve essere stata così
pesantissimamente violentata che si è buttata da questo precipizio che
chiude Korogocho, un acquitrino spaventoso dove viene buttata qualsiasi
cosa, anche i cadaveri. Il suo corpo è riapparso 3-4 giorni dopo, sono
venuti a chiamarmi, mi sembrava di vedere la croce, il crocifisso, che
galleggiava sul quelle acque putride, lì l’abbiamo vegliata e abbiamo
pregato per lei.
Ho voluto farvi capire il luogo da
dove leggo la realtà, come faccio a non essere di parte!
I miei polmoni sono così sporchi
dopo la vita a Korogocho che non posso non esserlo! Ma è proprio perché
parto da lì che posso leggervi la situazione mondiale come ve la leggo.
Un sistema assurdo
Dai sotterranei della storia leggo
un sistema che è assurdo, un sistema di "peccati", che ammazza… il mondo è
intrappolato in un sistema economico-finanziario che permette al 20% di
"papparsi" l’83% delle risorse – dati della Banca Mondiale – .
Per l’80 % rimane meno del 20%, ma
tra questi ci sono circa un 20% che sono costretti a vivere con meno di un
dollaro al giorno!
L’altro giorno ero a Bruxelles per
i Comboniani: è lì che oggi vengono prese molte decisioni importanti e
gravissime.
L’anno prossimo ci aspetta il
Vertice di Cancun sul GATTS, l’accordo generale sul commercio dei servizi,
commercio dei servizi pensate! I servizi sono sanità, scuola, acqua ecc… A
Bruxelles mi hanno detto che la Comunità Europea ha un budget di 100
miliardi di dollari, di cui la metà va agli agricoltori europei. Mi hanno
detto che ad ogni vacca europea vanno 2,5$ al giorno: io non credo nella
reincarnazione, ma se ci fosse chiederò al buon Dio di nascere vacca europea
la prossima volta che nasco, perché sono trattate molto meglio di un
miliardo di uomini in questo mondo!
Questo è un sistema economico ma
soprattutto finanziario: sono i soldi che oggi fanno i soldi! Se c’è una
cosa che non chiude mai a questo mondo è la Borsa. Noi spostiamo ogni giorno
in tempo reale 1800 miliardi di $, buona parte è speculazione e basta.
Questo ha comportato problemi enormi, perché ho l’impressione che potremmo
arrivare ad un implosione come hanno avuto le Tigri Asiatiche.
I poveri hanno raggiunto 2500
miliardi di $ di debito e ogni anno gli impoveriti di questo mondo pagano ai
ricchi qualcosa come 200 miliardi di $, mentre i ricchi con tutti i loro
prestiti non raggiungono neanche 50 miliardi di $: sono dati che preso in un
rapporto intitolato Mondialisation de la résistance di Francois
Autant.
I poveri muoiono di malattie
semplicissime, come dice anche l’ultimo rapporto Unicef: 11 milioni di
bambini muoiono per malattie meno gravi di un raffreddore! La diarrea, ad
esempio. Si parla di 120 milioni di bambini che non riusciranno ad entrare
in 1° elementare, a Korogocho il 50% dei bambini non può permettersi il
lusso della 1° elementare, perché costa troppo, ed è scuola pubblica! Ma con
le politiche del FMI e della Banca Mondiale che impongono certi
aggiustamenti strutturali e chiedono di tagliare le spese sociali sono
sempre i poveri a pagare, mica i ricchi!
Situazioni del genere in un mondo
che non ha mai conosciuto tanta ricchezza!
Il prossimo anno ci sono due grandi
vertici, uno è quello dell’acqua a Kyoto, l’altro è quello di Cancun in
Messico che è il vertice mondiale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio
sul GATTS, dove il discorso fondamentale sarà quello della
privatizzazione di tutto: l’acqua è solo un esempio. In Italia, l’anno
scorso, l’art. 35 della finanziaria ha previsto che i Comuni possano
mercificare l’acqua, ma già il governo di centro sinistra aveva proposto
certe riforme.
Due giorni fa l’Arcivescovo di
Canterbury ha detto una cosa bellissima: che non vedeva alcuna differenza
tra i kamikaze palestinesi e l’esercito americano che attacca l’Iraq perché
entrambi non vedono i volti delle vittime, è tutto lì, perché quando si
guardano i volti delle vittime non si possono fare certe cose.
Questo è il mio appello a voi:
tornate a guardare i volti in faccia!
L'economia delle armi
Questo sistema
economico-finanziario è anche militarizzato. Io non so cosa è successo l’11
settembre, un giorno lo sapremo, ho molti dubbi. Ma una cosa la so: che è
stato usato dal complesso militare industriale americano, anche europeo se
volete, che ha giocato sui sentimenti degli Usa e del mondo per rilanciare
l’economia mondiale in recessione attraverso incredibili investimenti in
armi.
Gli Usa spenderanno in questo anno
qualcosa come 500 miliardi di $ in armi – Bush ha già firmato un bilancio di
378 miliardi di $ - mentre l’Europa spenderà circa 250 miliardi di $; in
totale 750 miliardi di $ in armi! La Banca Mondiale ci dice che con 13
miliardi di $ si potrebbe risolvere il problema fame e sanità per un anno.
La stessa cifra europei e americani
la spendono ogni anno in cosmetici!
In questi giorni si è parlato
dell’arma atomica, Bush ha detto che l’userà, già Clinton era stato forzato
dal complesso industriale e militare a chiedere al Congresso 60 miliardi di
$ per rinnovare tutto l’armamentario atomico.
Gli Usa stanno rinnovando tutto
l’armamentario atomico e allora domandiamoci dove le metteranno le armi
vecchie e obsolete, visto che Turrini, fisico e costruttore di armi
atomiche, oggi pentito, dice che le scorie atomiche durano 200 mila anni.
Gli Usa stanno preparando le mini
bombe atomiche, inizieranno una nuova sperimentazione atomica violando tutti
i Trattati, come quello di Mosca che non sono altro che pura propaganda.
Voglio farvi vedere un documento della Pax Christi americana, firmata da 120
vescovi americani, in cui si dice che il Trattato di Mosca sulla non
proliferazione firmato da Putin e Bush è semplicemente una presa in giro,
perché prevede che Russia e America incominceranno a ridurre il proprio
armamentario dal 2012, l’anno in cui scade il Trattato stesso!
Poco dopo la firma è stato
Berlusconi ad accogliere trionfalmente i due a Roma, festeggiando il fatto
che la Russia era ormai entrata nella Nato. Ma è possibile che tutta la
stampa non ha fatto altro che inneggiare a questo momento? Ma la Nato non
serviva a difenderci dai comunisti? Oggi è difficile persino trovare un
comunista, figuriamoci un paese comunista! Ma allora a che cosa serve?
Nel libro New Nuclear Danger
si dice che tutti i paesi saranno forzati ad entrare nella Nato, così tutti
dovranno adeguare il proprio armamentario atomico e fare altri investimenti
in armi.
Gli Usa hanno inoltre già stanziato
70 miliardi di $ per lo scudo spaziale; è già da Reagan che gli esperti ci
dicono che non funziona!
Per la guerra all’Iraq sono stati
invece stanziati circa 100 miliardi di $ dagli Usa, ma studi americani ci
dicono che questa guerra potrebbe arrivare a costare tra i 100 e i 1900
miliardi di $ in dieci anni, dipenderà dalla resa dell’Iraq.
La domanda da farsi è questa: a che
cosa servono tutti questi investimenti? Secondo me servono soltanto – l’ho
visto a Nairobi – a difendere i ricchi, quel 20% del mondo che non vuole
rimettere in discussione il proprio stile di vita!
Ma questo non ve lo dico io, lo
dice il ministro americano Rumsfield, il quale alla domanda su che cosa lui
considerasse vittoria nella guerra al terrorismo ha risposto che questa era
l’accettazione da parte di tutto il mondo dello stile di vita americano!
Poche donne hanno espresso così
bene questi concetti come la Arundhati Roy, autrice indiana di una raccolta
di saggi dal titolo "Guerra è pace".
Dice: " niente può scusare o
giustificare un atto di terrorismo che sia commesso da fondamentalisti
religiosi, milizie private, movimenti di resistenza popolare, o spacciato
per una guerra di punizione da un governo riconosciuto. Il bombardamento
dell’Afghanistan non è una vendetta per New York, ma l’ennesimo atto di
terrorismo contro il popolo del mondo, ogni persona innocente che viene
uccisa deve essere aggiunta, non sottratta, all’orrendo bilancio dei civili
morti a New York e Washington".
Gino Strada ha detto che secondo
lui sono morte 5000 persone civili in Afghanistan che bisogna aggiungere ai
3000 americani: a New York sono morte 8000 persone!
La gente raramente vince la
guerra, i governi raramente le perdono!
La gente viene uccisa, i governi si
trasformano, si ricompongono, usano la bandiera prima per "celofanare" la
mente della gente e soffocarne il pensiero e poi come sudario cerimoniale
per avvolgere i cadaveri straziati dei loro morti volenterosi.
Quando Bush ha annunciato gli
attacchi aerei ha detto: "noi siamo un paese pacifico", Tony Blair gli ha
fatto eco "noi siamo un popolo pacifico", e ora lo sappiamo i maiali sono
cavalli, le bambine sono maschietti, la guerra è pace!
L’Iraq è uno dei maggiori
produttori di petrolio, si parla di 360 miliardi di barili ancora nel
sottosuolo, più di quelli dell’Arabia Saudita.
Ma non è solo un problema di
petrolio, è questione di politica imperiale, di terrore, quello stesso
terrore che i Romani usavano con i popoli vinti…le crocifissioni; gli
americani usano le bombe, non è un caso che stiano studiando l’Impero
Romano, cercano di capire come abbia fatto Roma con sole 28 legioni a
mantenere l’Impero per 3 secoli!
Ed ecco allora la mia conclusione:
io partendo dal mio luogo Korogocho non posso dirvi altro che questo è un
sistema di morte, che ammazza ed uccide!
Ammazza per fame, per malattie…e
ammazza anche con le armi, armi che usiamo tutti.
La guerra in Congo ad esempio ha
fatto 2 milioni di morti per l’oro, i diamanti e quel minerale che voi usate
molto per i vostri telefonini, il "coltran", di cui l’80% viene dal Congo!
Ma il sistema ammazza anche il
pianeta, lo dicono gli scienziati: Lester Brown, che firma ogni anno
State of the World, dice che abbiamo 50 anni per cambiare; se entro
questo tempo non avremmo cambiato il sistema, sarà troppo tardi, avremo già
intaccato l’ecosistema.
Altri scienziati ci dicono che
negli ultimi 50 anni il 20% del mondo ha consumato più dell’intera umanità
in un milione e mezzo di anni e che se l’80% della popolazione vivesse come
noi avremmo bisogno di 4 pianeti terra per risorse e altrettanti come
pattumiere per i nostri rifiuti.
Trovare un momento di silenzio
L’appello che vi faccio è di
riuscire in questi giorni – in questa Bastia illuminata a festa, piena di
luci – a trovare qualche momento di silenzio, andate sul Subasio o dove
altro volete, cercate di fermarvi e di riflettere un attimo.
Il problema più grande oggi non è
l’ateismo, è l’idolatria: siamo diventati idolatri del denaro!
Penso che l’ateismo è una delle
maniere per arrivare a tentare di credere, perché Dio non può essere
certamente il Dio di questo sistema che ammazza ed uccide!
Il mio appello a voi è di
recuperare i vostri volti, la vostra umanità.
Io dico che magari il 20% di questo
mondo fosse felice! almeno potremmo dire che questo sistema ha fatto felice
il 20%, ma non è così, perché siamo tutti ridotti a cose, e le cose non
danno la felicità, questa arriva dai volti, dalle relazioni, dalle persone,
dal vivere la vita!
Queste sono le nostre uniche
ricchezze, perché ognuno di noi è unico e irripetibile.
Dobbiamo tentare di fare questo
perché reagire contro il sistema con la violenza non serve a nulla. Uno
degli incontri più belli della mia vita è stato con Renato Curcio, quando
era a Rebibbia.
L’ho incontrato la prima volta che
tornavo in Italia, dopo 4 anni a Korogocho, perché un Comboniano che
lavorava a Rebibbia mi ha detto che Curcio avrebbe voluto vedermi: mi hanno
accusato di essere un catto-comunista, ma un brigatista ancora no! Alla fine
dell’incontro lui mi ha detto che lo sbaglio che i brigatisti come lui hanno
fatto è stato quello di credere a Machiavelli, che il fine potesse
giustificare i mezzi! Io gli ho detto che anche i nemici che loro
combattevano credevano nella stessa cosa, da Spadolini ad Andreotti. Lui mi
ha risposto che oggi è convinto che ogni persona, ogni uomo e ogni donna è
un fine a se stesso, è unico e irripetibile e io non posso usare nessuno per
costruire chissà quale società.
Per riscoprire i propri volti
bisogna prima scoprire quelli degli altri, io non potrò mai essere un volto
se non do il benvenuto al volto dell’altro. Ritengo ignobile e terribile
questa legge Fini-Bossi sugli immigrati, oltretutto noi siamo un popolo di
emigranti: 60 milioni di italiani all’estero! In Brasile, Argentina…che
avrebbero fatto se ci fosse stata una legge così?
Si riconoscono gli immigrati
fintantoché servono al capitale! Non sono soggetti di diritto.
Mi vergogno di avere un Senatore
come Bossi, che ha il coraggio di fare una campagna per rimettere i
crocefissi morti nelle aule pubbliche e poi schiaffeggia quelli viventi con
questa legge.
Non possiamo tollerare un mondo
dove buona parte dell’umanità vive come a Korogocho, è assurdo, inumano è la
negazione stessa di Dio, perché Dio è la vita e vuole che tutti i suoi figli
vivano.
Dobbiamo uscire dal nostro senso di
impotenza, penso che il più grande peccato di questa società è la capacità
di rendervi impotenti, di farvi credere che noi non possiamo far nulla,
perché il sistema è troppo potente.
Quando l’India ha fatto scoppiare
la bomba atomica la Roy Arundhati ha scritto: "la bomba atomica è la cosa
più antidemocratica, antinazionale, antiumana e apertamente malvagia che
l’uomo abbia mai creato. Se siete religiosi consideratela come la sfida
dell’uomo a Dio… se non siete religiosi considerate che il nostro mondo è
vecchio di 4600 milioni di anni, potrebbe finire nel giro di un
pomeriggio!".
Se ci diamo insieme da fare secondo
me possono venire delle cose incredibili.
Riscoprire la società civile.
A Firenze abbiamo avuto la più
bella società civile del mondo, che deve organizzarsi e darsi degli
obiettivi politici ben precisi. È la speranza che qualcosa nasca dal basso,
come hanno dimostrato i tantissimi giovani che erano a Firenze.
Dobbiamo scoprire ciò che i
lavoratori hanno scoperto il secolo scorso: se siamo riusciti a fare dei
passi in avanti come società è stato grazie ai lavoratori, con il loro pugno
alzato al grido "operai unitevi!". Oggi quel tempo è tramutato, bisognerebbe
andare in giro col pugno aperto e gridare: "consumatori unitevi!", perché la
vera politica la fate quando andate a comperare al supermercato, è lì che
votiamo oggi.
Bisogna organizzarsi: pensate se
tutte le scuole decidessero di boicottare la Nestlè o altre multinazionali
che producono merendine! Noi abbiamo una forza collettiva che ci viene
proprio dal consumo.
La stessa cosa la dobbiamo fare a
livello finanziario: leggete le guide sul consumo critico, sul risparmio
responsabile.
Tutti i Comuni potrebbero decidere
di ritirare i propri soldi dalle banche che investono in guerre. Sono questi
i mezzi che dobbiamo usare, mezzi non violenti, che ci permettono di uscire
dal nostro senso di impotenza.
E cominciamo anche sul piano
personale a ridimensionare il nostro stile di vita; basti pensare al cibo: è
incredibile le malattie che comporta il troppo mangiare, poi andiamo dai
Comuni perché vogliamo che ci costruiscano grandi impianti sportivi per
dimagrire! Basterebbe mangiare un po’ di meno!
Perché tantissime cose le possiamo
fare, non vi chiedo di diventare poveri, ma uno stile di vita più sobrio ci
fa bene.
Cerchiamo di trovare più tempo per
le relazioni umane. In questo momento gravissimo, alla vigilia di questa
spaventosa guerra contro l’Iraq, la società civile deve recuperare tutta la
sua forza per dire NO a queste logiche.
So che molti di voi sono di
sinistra: l’altra notte mi sono letto il libro di Bertinotti, che mi ha lui
stesso mandato con la sua dedica, dal titolo La Pace Infinita.
Per la prima volta Bertinotti tenta
di portare il partito alla non – violenza attiva, un salto grosso… ma la
cosa importante è rendere tabù la guerra e la violenza perché questa è
sfuggita di mano all’umanità e adesso ci potrebbe travolgere tutti.
Dobbiamo iniziare a parlare di
disarmo, non se ne parla più, di atomica…i credenti non possono credere in
Dio e poi accettare la bomba atomica, sarebbe assurdo! Dobbiamo riscoprire
tutte le obiezioni, anche se purtroppo ci hanno già preparato l’esercito
professionista, l’hanno pensato anni fa e sapevano bene dove sarebbero
arrivati.
Soprattutto ora diciamo NO alla
guerra. L’altro giorno siamo riusciti a mandare Gino Strada dal Papa, ma di
certe cose non ne parlano, non possono.
Dite NO democraticamente, portando
gli straccetti bianchi, mettendo fuori la bandiera della pace – mi hanno
detto che ne avete messe in zona circa un centinaio…bravi! – contiamoci!
perché le ultime indagini dicono che più dell’80% degli italiani la guerra
non la vuole. Se questo è vero e Berlusconi seguirà Bush portandoci in
guerra noi dobbiamo chiedere qual è la legittimità di un governo che va
contro all’80% del popolo!
È un momento importante questo,
ecco perché oggi sono qui e mi appello a voi.
Concludo lanciando un’iniziativa
partita da Firenze qualche giorno fa: "Un altro Natale…è possibile"; con il
Natale proclamiamo che la vita vince, nonostante tutto, che ogni bimbo che
nasce – quello che dice Tagore – è il segno che Dio non si è stancato
dell’umanità.
Viola, la perla bianca di Anna,
nata nel cuore della ricca Brianza ha davanti a se 80 anni di vita e una
dote iniziale di 25.000 €, Angelie, la perla nera di Rachele, nata nella
baraccopoli di Korogocho ha davanti a se 40 anni, se gli va bene, e una dote
iniziale di 250 €: due mondi, due bimbe, divise da un invisibile muro di
vetro. La prima, Viola fa parte del 20% dell’umanità che si pappa l’83%
delle risorse mondiali, la seconda Angelie fa parte dell’oltre un miliardo
di esuberi umani che devono accontentarsi dell’1,5 % delle risorse,
costretti a vivere con meno di 1$ al giorno, sono gli innocenti di cui si
rinnova la strage oggi. E Rachele piange i suoi figli, non vuole essere
consolata perché essi non ci sono più.
Milioni di bambini muoiono di fame
e malattie, un bimbo muore di fame ogni due secondi, 11 milioni ne muoiono
all’anno per malattie meno gravi di un raffreddore, centinaia di milioni non
inizieranno neanche la 1° elementare.
Due mondi, due Natali, il nostro è
quello dell’opulenza, delle luci, dei regali, degli affari, è uno shopping
anche di domenica; questo sfavillio di luci natalizie sembra un meraviglioso
acquario in cui guizzano costosissimi pesciolini esotici. A scrutare questo
acquario centinaia di milioni di bimbi dal volto scuro che guardano
affascinati l’acquoso ed esotico luccichio.
Fino a quando la parete di vetro
proteggerà gli esotici pesciolini? Per assicurarci che la parete di vetro
sia davvero infrangibile e ci protegga eternamente da quei visi sognanti di
bimbi, noi investiamo cifre astronomiche in armi, Usa ed Europa circa 750
miliardi di $ in un anno!
Un altro Natale è urgente, è
necessario, boicottiamo il Natale dei pesciolini esotici, dei consumi, dei
regali, degli affari, che ha poco a che fare con quel bimbo che nasce nella
mangiatoia, anche lui alla periferia dell’Impero, fuori dall’acquario e con
il volto scuro. Diciamo SI alla festa natalizia della famiglia allargata ai
parenti, ma anche all’immigrato che lavora per noi, che ci è vicino; diciamo
SI al consumo critico, al regalo fatto in casa, a quello "equo e solidale"
di lavoro fatto in dignità.
Diciamo No alla guerra e SI alla
pace, datevi da fare davvero perché vinca la vita! Grazie a tutti voi.
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