« Indietro

dicono di noi
04/02/2009
www.colombiavive,it

Nemmeno una sedia per una contadina colombiana da parte del Vescovo di Terni

Il giorno 25 gennaio 2009, alle ore 17,30 Ingrid Betancourt ha ricevuto a Terni, nel gremito teatro Verdi, il Premio San Valentino 2009.L'ennesimo premio, forse anche nella prospettiva della sua candidatura a premio Nobel per la Pace (?) , da quando è stata rimessa in libertà dopo oltre 6 anni di sequestro da parte delle FARC, con un blitz dell'Esercito Colombiano il 2 luglio 2008.

Il Premio San Valentino un anno d'amore è il più importante dei riconoscimenti legati alla figura del patrono di Terni, e premia ogni anno personalità che si sono distinte per l'impegno per la pace, la solidarietà, l'unità tra i popoli e la fraterna convivenza.

Sul palco del Verdi, il Sindaco Paolo Raffaelli, Il Vescovo Mons. Vincenzo Paglia, e lei, la Ingrid Betancourt delicata ed elegante, come la circostanza vuole e come lei, probabilmente è sempre stata.

Non si è parlato di Colombia, si è parlato di amore , del binomio amore e libertà, i cattivi da una parte, i buoni dall'altra. E chi ha partecipato, ha riportato a casa l'immagine di sempre: la Colombia è un paese devastato dalla guerriglia e dal narcotraffico, questi i suoi mali, e l'immagine di un bravo presidente che, con il pugno di ferro contro il terrorismo, ha riportato in libertà 14 ostaggi.

La cosa che più mi ha fatto riflettere, e che mi porta a consigliarvi di leggere la lettera pubblicata nel sito del Circolo Culturale "primomaggio", è stato l'atteggiamento del Vescovo Vincenzo Paglia, nei confronti di Ingrid Betancourt. Per carità, tutta la compassione, la Pietas, che si deve alle vittime ed il riconoscimento di aver vissuto gli anni di prigionia con grande forza e dignità. Ma, al di là di questo, non so dove rintracciare il suo merito per la conquista della pace, e della difesa e rispetto dei diritti umani, considerato che in alcune sue dichiarazioni ha detto che il Governo Colombiano non viola i diritti umani e non copre i funzionari che lo fanno.

Quando nel marzo 2006, il Vescovo mons. Vincenzo Paglia, ha ricevuto, su richiesta della Rete Colombia Vive! ed il Comune di Narni, la rappresentante della Comunità di Pace di San José de Apartadò ( Urabà, Colombia) doña Maria Brigida Gonzales, accompagnata dall'allora assessore alla cultura del Comune di Narni, dalla sottoscritta e da Ruben Dario, coordinatore della Rete Colombia Vive!, per lei nemmeno una sedia. E dire che Brigida viene da 10 anni di resistenza nonviolenta al conflitto armato in Colombia, da innumerevoli desplazamientos, e che tutt'ora lavora per costruire la pace nel suo paese attraverso gli strumenti della nonviolenza, denunciando quotidianamente le violazioni ai diritti umani da chiunque vengano commessi: guerriglia, paramilitari, esercito.
Per lei, nemmeno una sedia, 5 minuti di preziosissimo tempo del Vescovo regalati con grande misura, per lei nessun dono. Fu Brigida a regalare al Vescovo , emozionata ed in piedi, un suo disegno bellissimo, un albero con tanti uccelli e frutti, la "naturaleza" che insieme alla sua comunità di pace di San José de Apartadò, cerca di difendere ogni giorno. Non era andata a chiedere premi, ne c'erano riflettori per lei: Maria Brigida Gonzales era andata a chiedere al Vescovo, che da lì a poco si sarebbe recato in Colombia, di aiutare la Comunità ad avere un "accompagnamento religioso" , di intercedere presso il Vaticano, perché da quando era successo il massacro del 21 febbraio 2005 ed erano stati costretti ad andarsene in seguito all'occupazione della Comunità da parte della Polizia, erano rimasti senza accompagnamento religioso, puniti, per essersene andati. Stiamo ancora aspettando una risposta da parte del Vescovo, tra l'altro sollecitato successivamente. Può darsi che non si ricordi di Brigida, poichè è ignorata da tutti i mezzi di comunicazione di massa. Leggiamo e riflettiamo, c'è ancora tanto lavoro da fare, ed i primi responsabili nel non rispetto dei diritti e nel non vivere la giustizia, forse siamo noi, con il nostro perbenismo e le nostre titubanze, i nostri colpevoli silenzi, il nostro "non scegliere" da che parte stare. Io ho scelto di stare dalla parte degli ultimi, della pace e della giustizia.
Carla Mariani

Carla Mariani
Ufficio per la Pace Comune di Narni (TR) - Membro della Rete Italiana di Solidarietà COLOMBIA VIVE