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dicono di noi
25/02/2007
IL CORRIERE DELL'UMBRIA

Il libro-verità di Ragiya Haji
"Sorelle nel dolore" quando l'Africa racconta le ferite delle sue donne

Le mutilazioni genitali femminili in Africa ancora oggi sono praticate a milioni di donne. Di questa vera e propria “piaga sociale” se n’è parlato venerdì pomeriggio, in occasione della presentazione del libro “Sorelle nel dolore” di Raqiya Haji Dualrh Abdalla. L’iniziativa, organizzata dal circolo culturale “primomaggio”, ha visto la Sala Fiume di Palazzo Donini, gremita di persone, prevalentemente studentesse colpite ed incuriosite da un argomento troppo spesso celato o poco conosciuto. Eppure sono centotrentamilioni le donne nel mondo ad aver subito una qualche forma di mutilazione genitale. Ogni anno, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa due milioni di bambine e ragazze ne sono vittime. Nei paesi in cui sono praticate le mutilazioni, spesso non vi è nessun accorgimento igienico-sanitario, e questo mette a repentaglio la vita stessa delle ragazze costrette a subire queste atroci modifiche genitali. Lì dove non si arriva alla morte, rimangono lesioni psico-fisiche difficili da affrontare e debellare, tra le complicanze fisiche infatti si possono annoverare emorragie, lesioni, infezioni (che spesso conducono ad infertilità), cistiti e addirittura malformazioni irreversibili. La coraggiosa scrittrice somala Raqiya Haji Dualrh Abdalla ha portato alla luce, nel suo libro “Sorelle nel dolore”, tradotto dalla Dottoressa Teresa Marzano, un tema considerato tabù, e lo ha fatto analizzando non il punto di vista antropologico, sociologico o medico-ginecologico. L’intento della scrittrice è quello di aprire una battaglia contro le pratiche delle mutilazioni, cercando di suscitare delle azione atte all’eliminazioni di questi riti, e soprattutto sperando di ampliare la conoscenza e la partecipazione consapevole delle stesse donne africane. Luigino Ciotti, presidente del circolo culturale “primomaggio”, ha posto l’attenzione sul quantitativo di donne emigrate in Italia, e ha ricordato che durante il Forum Sociale Mondiale di Nairobi (che si è svolto circa un mese fa in Kenya), notevoli sono stati i seminari e gli incontri tra le donne per discutere anche di questo argomento. Il fenomeno descritto nel libro, è più vicino di quanto si possa immaginare. Il 6 febbraio è stata celebrata la Giornata Mondiale delle Mutilazioni Genitali Femminili, e questa è stata un passo avanti verso un atteggiamento diverso che punta all’affermazione dei diritti umani. All’incontro erano presenti anche Maria Cristina Di Francesco (Consigliera del Centro per le pari opportunità), Padre Ottavio Raimondo (Direttore della casa Editrice Emi, che ha avviato il percorso di pubblicazione del libro), Marina Toshi (Ginecologa, che con estrema delicatezza ha illustrato tecnicamente le mutilazioni e le conseguenze) e Lucia Maddoli (della Tavola della pace). Una poliedricità di voci che ha saputo fare il quadro economico-sociale del contesto in cui vengono applicate queste pratiche, e “anche se per noi occidentali le mutilazioni genitali sono lontane culturalmente –sostiene Lucia Maddoli- e probabilmente sono solo una assurda brutalità, non possiamo restare indifferenti”.

Floriana Lenti