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dicono di noi
22/10/1993
Il settimanale

Hasta siempre, seguendo il tuo esempio
Il testo della "lettera immaginaria" di Aleida al padre Ernesto: "Tenterò di essere degna di te"

Caro papà,
oggi vorrei credere in Dio, così potrei giustificare la conversazione e il desiderio immenso di dire tutto quello che sento e che, per la mia forma di pensare, so che tu non saprai mai.
Mi manchi molto.
Oggi sono ventisei anni che sei caduto in combattimento.
Un giorno come oggi ho terminato di avere al mio lato, per sempre, un uomo tanto tenero e gradevole come te.
Il mondo sta in subbuglio.
Gli uomini si ammazzano, si feriscono solo per un pezzo di terra o per differenze nella religione e per me è impossibile capire tutto questo.
Sono stata educata nel nostro Paese, mi sono formata come medico e mi sforzo di combattere la morte che può colpire un bambino. Sono pediatra e non sono preparata per ammazzare, però senza dubbio lotterò fino alle ultime conseguenze contro chi tenta di far danno alla mia rivoluzione, contro tutto ciò che può far male al mio popolo.
Oggi sto di fronte ad italiani e, per la prima volta, sono stata nel luogo dove San Francesco ha vissuto e ha dato il meglio di sé. E mi ricordo di te.
Hai lasciato tua moglie e i tuoi figli, il tuo incarico di ministro, la tua casa, il tuo popolo adottivo che ti ama sempre come uno dei suoi migliori figli.
Penso a te e mi sento orgogliosa di essere tua figlia.
Perdonami se sto qui; so che non ti piacerebbe, però voglio dimostrare a tutti che tu eri un uomo, un grande uomo che ha messo sempre in primo luogo la necessità degli altri e solo, molto dopo, gli interessi propri.
Hai goduto molto poco la paternità, ma i tuoi figli ti ricordano.
Tentiamo di essere degni di te e di dare al nostro popolo e all'umanità il meglio di noi, come umani.
Sono ventisei anni che sei morto, però il tuo esempio, il tuo pensiero e la tua azione sono presenti negli uomini onesti.
Sempre presente, papà.
Ti amo.