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dicono di noi
03/11/2000
LA VOCE

Frei Betto ad Assisi
Presentazione "Battesimo di sangue"

"Battesimo di sangue" (Sperling & Kupfer, lire 28mila, 335 pagine) è il titolo del libro presentato il 24 ottobre alla Pro Civitate Christiana dallo stesso autore, Frei Betto, al secolo Carlos Alberto Libanio Christo, esponente della teologia della liberazione. L'iniziativa è stata promossa dal Circolo culturale "Primomaggio" ed ha riscosso gran successo, con la presenza di oltre 250 persone provenienti un po' da tutta la regione. Dopo l'introduzione di Luigino Ciotti, presidente del Circolo culturale "Primomaggio", si sono registrati gli interventi del giornalista Gianni Minà e di padre Nicola Giandomenico che hanno presentato l'autore di questo libro che descrive l'America Latina ai tempi della dittatura. Frei Betto ha raccontato la sua testimonianza, ripercorrendo i terribili giorni della paura e della sofferenza, della morte ma anche della resurrezione. Nel 1964, anno del colpo di stato in Brasile, Frei Betto, è un giovane studente di filosofia e giornalismo che milita nel movimento studentesco cattolico. Qualche mese più tardi entra nell'ordine dei domenicani, mentre nella Chiesa schierata con i diseredati si diffonde la Teologia della Liberazione e l'idea che, in una realtà segnata dalla miseria e dall'ingiustizia, l'insegnamento religioso non può che essere legato all'impegno sociale. Nel Brasile dei generali e degli squadroni della morte, dove i partiti politici sono ormai fuorilegge e migliaia di persone sono scomparse nei sotterranei delle caserme, religiosi e rivoluzionari vengono così a trovarsi fianco a fianco, dalla stessa parte della barricata, a combattere contro le persecuzioni e la violenza istituzionalizzata. Inevitabilmente, anche per i frati arriva il momento delle persecuzioni: molti sono imprigionati, minacciati, torturati, a volte fino alla morte. E' il loro battesimo di sangue, il sacrificio a cui sono sottoposti per aver scelto di compiere la propria missione fra la gente che non ha né voce né potere. Lo stesso Frei Betto viene arrestato nel 1969; è rimasto in carcere per quattro anni ed è stato liberato il 4 ottobre 1973, festa di San Francesco. Forte anche per questo - come lui stesso afferma - è il suo legame spirituale con Assisi. E forte è anche l'amicizia che lo lega a don Aldo Brunacci, ex priore di S. Rufino che tanti ebrei ha aiutato in Assisi durante la seconda guerra mondiale. Due storie per certi versi parallele quelle di Frei Betto e di don Aldo Brunacci. Quest'ultimo ha tradotto in italiano le lettere scritte da Frei Betto in carcere, aiutandolo poi nella pubblicazione del suo primo libro in Italia. Soltanto ora Frei Betto e don Aldo si sono conosciuti personalmente. Alla Cittadella di Assisi Frei Betto ha raccontato la situazione in Brasile con i suoi 111 milioni di persone che vivono nella miseria e nella povertà ed i 15 milioni di contadini senza terra. R. B.

L'autobiografia di Frei Betto

ASSISI - Frei Betto, esponente della teologia della liberazione, riceveva in carcere delle lettere da Assisi; gliele scriveva don Aldo Brunacci, sollecitato da una suora brasiliana. Betto e don Brunacci si sono incontrati l'altra sera, alla Pro Civitate Christiana, nel corso dell'affollatissima presentazione del volume «Battesimo di sangue», autobiografia di Betto. Nel corso della manifestazione, organizzata dal circolo «Primomaggio» sono intervenuti anche il giornalista Gianni Minà, padre Nicola Giandomenico (nella foto) e Luigino Ciotti, presidente del circolo.

Roldano Boccali