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dicono di noi
11/11/2005
MICROPOLIS

L' Africa vuole vivere

Chi pensa all' Africa ad un continente che sta morendo, non solo fisicamente a causa dell' AIDS, della malaria, della malnutrizione, dei conflitti vari ecc... non conosce bene questo continente e la sua grande vitalità, non solo per motivi anagrafici visto che buona parte della sua popolazione è sotto i 30 anni, ma anche per quella culturale e sociale. In un mio recentissimo viaggio in Kenya e Tanzania ho potuto provare quanto ciò sia vero. Sono stato invitato a parlare a Nairobi (Kenya) a nome della Tavola della pace, il 17 settembre, alla 6° edizione della "Nairobi Peace Rally & concert towards Justice and Equity", da Padre Roberto Kizito Sesana, missionario Comboniano e fondatore dell' Associazione Amani (che vuol dire pace in lingua Kiswahili), di cui abbiamo presentato il libro "Io sono un Nuba" il 6 maggio a Bastia umbra e Spoleto. Quella che doveva essere una marcia con quattro cortei che dovevano partire da zone diverse della città si è dovuta trasformare in un grande incontro al Parco Uhuru perchè il governo l' ha vietata per timore di una mobilitazione che si poteva trasformare in una presa di posizione sul referendum, chiamato delle arance o banane, per cui si voterà a novembre per assegnare più o meno poteri al presidente della repubblica che attualmente è Mwai Kibaki. Fare una manifestazione per la Pace a Nairobi non è la stessa cosa che farla a Perugia, se non altro per le priorità ed i bisogni degli abitanti di una città di 5 milioni di abitanti di cui la metà vivono in 199 baraccopoli e nella più grande Kibera ne vivono ben 800.000 corrispondenti alla intera popolazione della nostra Umbria. Eppure circa 5000 persone hanno partecipato a questa iniziativa che a parte gli interventi politici, mio, di P. Kizito, di Michael a nome di Africa Peace Point e dell' arcivescovo protestante della città Wambugu, alla sua prima partecipazione, è stato un grande spettacolo con cori vocali, cantanti, acrobati, percussionisti ed anche una banda musicale. Grande successo ha riscosso un idolo locale Rufftone cantante rap capace di suscitare grande partecipazione e coinvolgimento a cominciare da molti ragazzi di strada, emarginati socialmente, ma protagonisti in questa kermesse. Ma questa non è l' unica cosa che si muove in questa metropoli dell' East Africa. Infatti Nairobi è nota, per molti del volontariato e modo cattolico e no-global, per la presenza, ancora rimpianta, per 13 anni, di un altro comboniano Padre Alex Zanotelli. Tanti anni vissuti nella baraccopoli di Korogocho, 200.000 abitanti stretti in 1 km per 1,5 km di territorio senza fognature e tanti altri servizi, dove c' è la più grande discarica della città (vi invito a comprare il suo libro W Nairobi W , EMI editrice). "Dai sotterranei della storia" diceva P. Alex, ebbene anche qui con la sua ricchezza di umanità varia qualcosa si muove ed il 1° di ottobre c' è stata una manifestazione promossa dalle chiese cattoliche e protestanti della zona, in prima fila P. Daniele Moschetti che ha sostituito Zanotelli e coautore del libro citato, per chiedere lo spostamento della discarica. Una manifestazione non facile che cozza con gli interessi delle ecomafie locali, che vede coinvolti anche esponenti governativi, con le opportunità di lavoro che può offrire anche una discarica come la cooperativa di MuKuru che si occupa del riciclaggio di rifiuti a tal punto che si è dovuto pensare ad una alternativa che poteva essere garantita dall' intervento della impresa italiana Jacorossi. La riuscita della manifestazione segnala le possibilità di cambiamento che esistono anche in simili circostanze dove il degrado ambientale e sociale è molto forte e viverci non solo non è facile, ma è al limite dell' impossibile. Un episodio lo dimostra: avendo regalato a P. Daniele una bandiera della pace con la scritta "Amani" il religioso nel ringraziarmi mi ha detto che era gradita perchè l' avrebbe messa sul pennone della baracca ad anno nuovo al posto di quella attuale, messa all' inizio del 2005, perchè questa, come ho visto, era stata mangiata per metà dalla diossina frutto dei fuochi della discarica di Korogocho. L' Africa c' è e vuole vivere, forse siamo noi che la vogliamo morta. 29 ottobre 2005 Luigino Ciotti

Luigino Ciotti